Edizione 2020 – 2021

Interventi

Ore 15.00: gli studenti e gli insegnanti incontrano

Davide Romanin Jacur: KZ Lager

Piotr Cywinski: Non c’è una fine

Martin Goodman: Storia dell’ebraismo

Ore 17.45: ingresso libero

Gastón Fournier-Facio e Alessandra Morra

Ore 9.00: gli studenti e gli insegnanti incontrano

Luciano Canfora: La conversione

Carmine Pinto: La guerra per il Mezzogiorno

Peter Gatrell: L’inquietudine dell’Europa

Autori e libri vincitori

VENERDI' 1 ottobre 2021

KZ Lager

KZ Lager è un libro che racconta un percorso attraverso ventitré campi di concentramento e di sterminio: da Bergen-Belsen a Buchenwald, da Dachau a Mauthausen, sino ad Auschwitz, luoghi dove Davide Romanin Jacur ha accompagnato, in oltre cinquanta viaggi, gruppi di studenti o adulti. Un percorso in cui si intersecano due strade: una contraddistinta dall’ordine e dalla razionalità con le quali si descrivono i campi. La seconda è invece riflessiva, definisce la condizione emotiva dell’autore e traccia una sua riflessione personale. Il testo è corredato da fotografie, carte geografiche, e alcuni testi scritti dai ragazzi che hanno partecipato ai viaggi.

Davide Romanin Jacur

Davide Romanin Jacur (Padova, 1949), nel 1973 si laurea in Ingegneria edile all’Università di Padova, e prosegue poi i suoi studi in Architettura a Venezia. Dal 1975 al 2016 è progettista e direttore lavori di edifici civili e industriali. Dal 1990 assume cariche di responsabilità in diversi consigli di amministrazione in svariati settori: finanziari, industriali, immobiliari. Dal 1978 al 2017 è consigliere della Comunità Ebraica di Padova, rivestendone la carica di Presidente dal 2003. Dal 2010 è consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dal 2018 ne è assessore al bilancio e finanze. È socio onorario dell’Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti in Padova. Parallelamente alle sue attività manageriali, Romanin Jacur tiene conferenze, organizza viaggi didattici e attività museali. Nel 2018 pubblica Tre conferenze sulla storia del popolo ebraico (Il prato, Saonara, Padova).

Non c'è una fine

Prima di vederla, la Shoah era per quasi tutti semplicemente incredibile, non-credibile, troppo oltre l’umana comprensione. Dopo averla vista, oggi, per molti visitatori del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau è l’indicibile, non-dicibile, una violenza troppo grande per poter essere espressa a parole. Queste pagine cercano di trovare una soluzione, anche solo approssimativa al dilemma della memoria: Come fare a trasmettere la memoria dell’indicibile e del non-credibile?, per giunta in un tempo nel quale i testimoni diretti, per motivi anagrafici, stanno rapidamente venendo meno? È questo il difficile compito del direttore di un museo tanto particolare come quello di Auschwitz-Birkenau, ed è questo ciò che Cywinski cerca di fare in queste pagine.

Piotr Cywinski

Piotr Cywinski, Direttore del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau dal 2006, è nato a Varsavia nel 1972 e si è laureato in storia a Strasburgo. Attivo partecipante nel dialogo ebraico-polacco e cristiano-ebraico, è membro del Consiglio polacco di cristiani ed ebrei e nel 2008 è stato ambasciatore dell’Anno internazionale del dialogo culturale. È anche presidente dell’Associazione degli intellettuali cattolici di Varsavia. Dal 2005 al 2015 è stato direttore del Consiglio del Centro internazionale per l’Educazione su Auschwitz e l’Olocausto. In Italia è stato pubblicato il suo libro Non c’è una fine, uscito per Bollati Boringhieri nel 2017.

Martin Goodman

L’ebraismo ha mantenuto invariata la sua fortissima identità nonostante le innumerevoli forme e credenze che hanno costellato il suo corso millenario. Il libro di Martin Goodman offre la prima storia complessiva della sua nascita, della sua evoluzione e delle sue diverse correnti e tradizioni. Dalle origini della religione ebraica nel mondo politeistico del secondo e primo millennio al culto del tempio d’epoca cristiana, Storia dell’ebraismo racconta le vicende di rabbini, mistici e messia medievali e agli albori dell’età moderna, descrive le varietà religiose contemporanee dall’Europa alle Americhe, dall’Africa all’India e alla Cina, cosí come le istituzioni e le idee sulle quali si fonda ogni forma di ebraismo. Intrecciando i diversi fili del dibattito filosofico e dottrinario che attraversa tutta la sua storia, questo libro, autorevole e coinvolgente insieme, restituisce la cronaca di una tradizione fondamentale per l’eredità spirituale umana.

Gastón Fournier-Facio

Gastón Fournier-Facio, Consulente artistico dell’Orchestra Mozart e Consulente musicale della Daniele Cipriani Entertainment, è autore di monografie su Richard Wagner, Gustav Mahler, Claudio Abbado e Giuseppe Sinopoli. È stato Coordinatore artistico del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, del Maggio Musicale Fiorentino, dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, del Teatro alla Scala, e Direttore artistico del Teatro Regio di Torino. Ha curato il volume Henze a Montepulciano e (con Michael Kerstan ed Elena Minetti) la nuova edizione ampliata di Canti di Viaggio. Una vita, autobiografia di Hans Werner Henze.

Alessandra Morra

Alessandra Morra, Architetto, restauratrice del complesso neogotico di Pollenzo, storica dell’architettura, è autrice di  volumi sulla contemporaneità del museo. Si specializza in Musica e Architettura: per 12 anni collabora e costruisce corsi tematici sulla trasversalità delle arti alla facoltà di Architettura  di Torino. Fonda il festival della Poesia “In Poetica” lavorando con nomi internazionali della cultura.

SABATO 2 ottobre 2021

La conversione

“Del buon uso del tradimento” è il titolo di un celebre libro di Pierre Vidal-Naquet sulla figura e sulla straripante opera del comandante militare, sacerdote, storico Giuseppe Flavio (nato nel 37 d.C. e vissuto fin sotto il regno di Traiano). Straripante e giunta a noi intatta. Come è avvenuta la straordinaria salvazione, caso unico in tutta la storiografia di lingua greca dei quattro secoli che intercorrono tra Polibio e Cassio Dione? Chi prese in carico l’opera e perché? Quale ruolo ebbe in questo prodigioso fenomeno storico-letterario il cosiddetto Testimonium sulla vita e morte di Gesú, inserito nelle Antichità giudaiche di Giuseppe? E cosa intendeva davvero essere quella sottile e tormentata testimonianza? L’interpolazione – se tale è – più controversa della storia dei testi greci racchiude la chiave che può avviare alla soluzione di queste domande. Con qualche sorpresa.

Luciano Canfora

Luciano Canfora nato a Bari, è ordinario di Filologia greca e latina presso l’Università di Bari. Laureatosi in Storia romana, ha svolto il perfezionamento in Filologia classica alla Scuola Normale di Pisa. Assistente di Storia Antica, poi di Letteratura Greca, ha insegnato anche Papirologia, Letteratura latina, Storia greca e romana. Fa parte del Comitato scientifico della “Society of Classical Tradition” di Boston e della Fondazione Istituto Gramsci di Roma. Dirige la rivista «Quaderni di Storia» e la collana di testi “La città antica”. Fa parte del comitato direttivo di «Historia y critica» (Santiago, Spagna), «Journal of Classical Tradition» (Boston), «Limes (Roma)». Ha studiato problemi di storia antica, letteratura greca e romana, storia della tradizione, storia degli studi classici, politica e cultura del XX secolo. Molti dei suoi libri sono stati tradotti in USA, Francia, Inghilterra, Germania, Grecia, Olanda, Brasile, Spagna, Repubblica Ceca.

La guerra per il Mezzogiorno

Il brigantaggio fu l’eroica resistenza meridionale al colonialismo sabaudo o la sfida allo Stato di bande criminali? La guerra per il Mezzogiorno concluse la crisi del Regno delle Due Sicilie, determinò il successo dell’unificazione italiana e marcò la complicata partecipazione del Mezzogiorno alla nazione risorgimentale. Iniziò nel settembre del 1860, dopo il successo della rivoluzione unitaria e garibaldina, e si protrasse per un decennio, mobilitando re e generali, politici e vescovi, soldati e briganti, intellettuali e artisti. Non fu uno scontro locale, perché coinvolse attori politici e militari di tutta la penisola e d’Europa, ma non fu neppure una guerra tradizionale: i briganti, le truppe regolari italiane, i volontari meridionali si sfidarono nelle valli e nelle montagne in una guerriglia sanguinosa, del tutto priva dei fasti risorgimentali. Si mescolarono la competizione politico-ideologica tra il movimento nazionale italiano e l’autonomismo borbonico; l’antico conflitto civile tra liberalismo costituzionale e assolutismo; la lotta intestina tra gruppi di potere, fazioni locali, interessi sociali che avevano frammentato le città e le campagne meridionali. Questo libro, per la novità di materiali e documenti usati e per la vastità delle ricerche compiute, offre una prospettiva sulla guerra di brigantaggio che innova interpretazioni fino a oggi date per acquisite.  

Carmine Pinto

Carmine Pinto è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Salerno. Si è occupato di sistemi politici del Novecento e di guerre civili e movimenti nazionali nel XIX secolo. Nel 2019 ha vinto il Premio Basilicata Saggistica storica nazionale.

L'inquietudine dell'Europa

Con le profonde trasformazioni successive alla fine della Seconda guerra mondiale, l’Europa è stata ininterrottamente attraversata da ondate di popoli in fuga dalle guerre, dalla povertà o dai regimi politici, in cerca di lavoro, dignità e una vita migliore. Quali le ragioni di tutto ciò? Come li accolsero i paesi ospitanti, quasi sempre divisi tra le strategie dello sviluppo economico e l’endemica avversione degli elettori? Nell’avvincente racconto delle migrazioni europee, la storia contraddittoria di un intero continente. In fuga da guerre o povertà, in cerca di una vita migliore, i migranti sono sempre stati al centro degli eventi dell’Europa contemporanea. Questo libro raccoglie in un’unica prospettiva le mille migrazioni che hanno caratterizzato la storia dell’Europa contemporanea. Le narra in modo avvincente racchiudendole tra due periodi da incubo: le grandi convulsioni seguite alla caduta del Terzo Reich e i recenti tentativi di massa dei migranti di attraversare il Mediterraneo per giungere in Europa. L’autore considera sia i movimenti di milioni di persone (come le epiche ondate della migrazione tedesca, dei turchi e degli italiani), sia quelli di gruppi molto più esigui, come i careliani, gli armeni, i molucchesi o gli «asiatici ugandesi». Un saggio che fa rivivere i numerosi e incredibili viaggi intrapresi da tantissime persone alla ricerca di lavoro, sicurezza e dignità, in ogni tempo. Un libro di riferimento su un argomento sempre più imprescindibile.

Peter Gatrell

Peter Gatrell insegna Storia economica all’Università di Manchester. Ha scritto numerosi libri sulla storia della migrazione e sulla storia dell’Europa moderna, tra i quali ricordiamo The Making of the Modern Refugee (Oxford University Press 2015), Free World? The Campaign to Save the World’s Refugees, 1956-1963 (Cambridge University Press 2011), Russia’s First World War. A Social and Economic History (Pearson Longman 2005) e A Whole Empire Walking. Refugees in Russia during World War I (Indiana University Press 1999).

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